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Uomo
        
Parte III  LESIONI APPARATO RESPIRATORIO

URGENZE ED EMERGENZE DELL' APPARATO RESPIRATORIO

Cenni di anatomia e fisiologia

Altra fondamentale funzione è la respirazione. Mediante questo meccanismo, l'uomo introduce nei polmoni l'ossigeno contenuto nell'aria che respira. Dai polmoni quepassa nel sangue che provvede a distribuirlo a tutti gli organi del corpo.L'ossigeno è l'elemento indispensabile affinchè i combustibili (carboigrassi, proteine) contenei nostri cibi, possano trasformarsi per far funzionaquel complesso laboratorio chimico che è il nostro organiEsso è a sua volta costituito da alcune decine di migliaia di miliardi di microlaboratori, ciascuno contenuto in ogni singola celMediante la digestione noi introduciamo tutte le sostanze necessarie a nutrire i nostri organi, ma senza ossiqueste sostanze non potrebbero essere utilizzate. E' sempre attraverso l'appararespiratorio che noi elimil'anidride carbonica,il "gas di scarico" di quel gran motore che è il nostro organismo. Prodotta da tutte le cellule durante i processi di combustione delle materie prime derivate dagli alimenti,viene portata dal sangue ai polmoni e da questi viene eliminaya durante l'espirazione.La respirazione avviene infatti con due meccanismi fondamentali: l'introduzione di ossigeno) e l'espirazione (eliminazione d'anidride carbonica). In un minuto noi inspiriamo ed espiriamo automaticamente circa 15 volte. Quindi l'organismo umano compie in condizioni normali e a riposo circa 15"atti respiratori" al minuto che, ovviamente, aumentano quando venga svolta un'attività fisica che richiede un impegno muscolare, quando aumenta il consumo calorico e si brucia una maggior quantità di combustibile, con un pari aumento del consumo di ossigeno e di produzione di anidride carbonica. Il numero di atti respiratori può anche aumentare in condizioni patologiche o di stress ed è di norma più elevato (fino a 25) 30 nei bambini e nei neonati. Le nostre vie respiratorie sono costituite dal naso, dalla bocca, dalla laringe, dalla trachea, dai bronchi (che si diramano come i rami di un albero dal tronco costituito dalla trachea) e dai polmoni. Questi sono formati dalle diramazioni dei bronchi che si rimpiccioliscono sempre più, fino agli alveoli polmonari, piccole sacche piene d'aria con una parete sottilissima a diretto contatto con i vasi sanguigni a cui cedono l'ossigeno dell'aria e dai quali ricevono l'anidride carbonica da eliminare.

Alcuni organi del nostro corpo riescono a sopportare meglio una carenza d'ossigeno, ma quelli più importanti, il cervello e il cuore, non resistono alla sua mancanza oltre tre-cinque minuti. Si capisce dunque come tutte le urgenze e le emergenze che compromettono la respirazione e, analogamente, quelle che condizionano la circolazione, debbano essere riconosciute e trattate con la massima possibile tempestività. Il primo e più importante segno d'insufficienza respiratoria è il colore bluastro (cianosi) di pelle unghie, labbra, dovuto alle scarsità d'ossigeno nel san gue. Le cause di deficit delle respirazione possono essere molte e dovute a motivi diversi, sia di tipo medico (coma, paralisi muscolari intossicazioni, etc), sia di tipe chirurgico-traumatologiche (ferite, fratture e traumi toracici, ostruzione delle vie aeree da corpi estranei accidentalmente introdotti, etc).

DIFFICOLTA' RESPIRATORIA

Quando in una persona sia evidente una condizione di difficoltà respiratoria, la prima manovra che il soccorritore deve compiere è quella di liberarle le vie aeree superiori (naso, bocca, laringe) da eventuali ostacoli come protesi dentarie, residui di sangue, corpi estranei conseguenti a traumi del cranio e del volto. Per assicurare una sufficiente entrata di aria e ossigeno nelle vie respiratorie, sarà poi opportuno far assumere all'infortunato una posizione tale che la lingua, ricadendo all'indietro, non ostruisca come un tappo la trachea. Per questo la posizione più semplice è quella ottenuta con la manovra di iperestensione della testa sul collo.

Così la lingua rimarrà spostata in avanti, la laringe resterà aperta e l'aria potrà entrare liberamente nella trachea. Questa manovra di iperestensione sarà assolutamente evitata in tutti i casi in cui ci sia il sospetto di un trauma alla colonna vertebrale-cervicale (cadute accidentali, incidenti della strada, in particolare motociclistici, etc.). In questi casi, anziché iperestendere la testa sul collo, bisognerà spostare verso il basso e in avanti la mascella inferiore (sublussazione della mandibola, vedi pag prec.).

SOFFOCAMENTO PER INTRODUZIONE IN TRACHEA DI CORPI ESTRANEI

Altra occasione nella quale è indispensabile liberare rapidamente le vie aeree, è quella che si crea per ostruzione da parte di un corpo estraneo che, anziché imboccare l'esofago e scendere nello stomaco (evento molto meno rischioso), va a infilarsi come un tappo all'inizio della trachea e la ottura impedendo il passaggio dell'aria. Questa emergenza, nella grande maggioranza dei casi, si presenta nei bambini piccoli, per la facilità con cui essi mettono in bocca palline, piccoli giocattoli, etc., che poi, per un movimento improvviso o per un colpo di tosse, finiscono in gola. Di fronte a questa eventuaIità, il primo intervento consiste nel voltare la testa del paziente da un lato e con le dita tentare di rimuovere l'oggetto. Se ciò non dovesse riuscire, gli ulteriori provvedimenti da mettere in atto saranno quelli qui di seguito descritti.

Nei bambini piccoli: per tentare di spostare il corpo estraneo potrà essere sufficiente prendere il bimbo e, tenendolo a testa in giù, colpirlo più volte con la mano libera in mezzo alle scapole, nella parte alta delle spalle (fig. 18) ed effettuare la respirazione "bocca a bocca-naso" se, eliminato l'oggetto, il bambino non dovesse riprendere spontaneamente a respirare.

Nei bambini più grandi: il soccorritore si metterà a sedere e porrà il bambino a cavalcioni delle proprie gambe a pancia in giù e con la testa e le braccia penzoloni. Con la mano darà dei colpi tra le scapole nella parte alta delle spalle. 
Eseguire eventuale respirazione bocca a bocca se non c'è ripresa spontanea del respiro.

Negli adulti bisognerà attuare la "Manovra di Heimlich". Questa prevede che il soccorritore si porti posteriormente all'infortunato e mantenendolo in piedi, lo abbracci da dietro. Tenendo le mani incrociate sull'addome, tra la fiine dello sterno e l'ombelico, dia quindi dei forti colpi con 2 mani in questa posizione e a pugno, dal basso verso l'alto (verso il torace) e dall'esterno all'interno.fig.20

Se il soccorritore è di dimensioni molto più piccole dell'infortunato, questo dovrà essere sdraiato in terra, con la faccia girata su un lato e il soccorritore, a cavalcioni, gli colpirà l'addome con le mani a pugno nella stessa posizione sopra descritta, sempre dall'esterno all'interno e dal basso verso l'alto. fig21 Se il paziente non riprende spontaneamente la respirazione, dopo avere espulso il corpo estraneo, praticare la respirazione bocca a bocca. Affinchè queste manovre realizzino un positivo risultato, è opportuno intervenire prima della comparsa della cianosi e comunque prima che la persona che ha ingerito il corpo estraneo abbia perso completamente conoscenza. 

TRAUMI TORACICI

Altro capitolo delle urgenze respiratorie nel quale può essere utile l'opera del soccorritore, è quello dei traumi del torace (es. incidente stradale) nei quali l'insufficienza acuta del respiro è spesso causata dalla frattura delle coste che, rompendosi, possono penetrare nel tessuto polmonare sottostante e determinare la lesione del polmone. In altri casi, un oggetto appuntito o tagliente può aver perforato la parete toracica dall'esterno, creando un passaggio all'aria. I polmoni sono simili a "sacche" costantemente distese e riempite d'aria, rivestite di una pellicola (pleura) e aderenti alla parete interna della gabbia toracica, con interposizione di un sottilissimo strato di liquido che consente il loro movimento, fino a quando non esista una possibilità che dell'aria si infiltri fra pleura e parete toracica. In quel caso, l'elasticità del tessuto polmonare fa sì che esso si sgonfi istantaneamente come un palloncino bucato e l'aria invada la gabbia toracica (pneumotorace). La rottura del polmone o l'apertura di un passaggio, attraverso la parete toracica, creano appunto questa situazione. Il polmone collassato, incapace di riempirsi d'aria, perde totalmente la sua funzione. In queste condizioni, ogni volta che la persona infortunata respira, il torace si riempie sempre più d'aria che comprime in modo progressivo il polmone già collassato. In pochi minuti l'infortunato non riesce più a respirare, ha dolori fortissimi a ogni atto respiratorio e presto compare il colore bluastro della cute (nelle persone di pelle bianca), delle unghie e della mucosa delle labbra. Quando si accerti la presenza di un trauma toracico, se la persona è cosciente, dovrà essere messa nella posizione da trauma toracico, cioè semiseduta, a gambe distese, con il torace sollevato.fig22

Si procederà quindi ad una medicazione occlusiva (panni, garze, foglio di plastica o politene) tenuta ben fissata sopra la ferita con cerotti, nastro isolante o bende, per impedire o almeno bloccare nei limiti del possibile il passaggio dell'aria ed evitare che il pneumotorace si aggravi. Se invece l'infortunato dopo il trauma toracico è in stato d'incoscienza, dovrà essere posto in posizione laterale di sicurezza, avendo cura di adagiarlo sul lato del polmone leso (così si eviterà di comprimere il polmone sano). In tutti i casi evitare di schiacciare verso l'interno le coste fratturate. Qualora il trauma toracico sia causato da un corpo estraneo (un coltello, una punta, un pezzo di lamiera rotta, etc), evitare di estrarlo dal torace. Si dovrà invece bloccarlo nella posizione in cui si trova, usando eventualmente garze o panni arrotolati per fermarlo e impedire che penetri più profondamente nella ferita.

ARRESTO RESPIRATORIO

E' la più grave fra tutte le urgenze respiratorie che possono insorgere per moltissime cause diverse, ma che presentano, come denominatore comune, un insufficiente arrivo di ossigeno al sangue, con cianosi e diminuzione della capacità di sopravvivenza. Se non è trattata immediatamente, può condurre a morte il paziente. Si riconosce anche per l'arresto totale dei movimenti del torace e dei muscoli respiratori. Il soccorritore, mettendo una mano sul petto del paziente, non lo sentirà muovere e accostando il proprio viso davanti al naso e alla bocca dell'infortunato, non riuscirà a percepire nessun alito, segno che la persona non è più in grado di far entrare e uscire aria dai suoi polmoni. In queste condizioni, se non si interviene entro pochissimi minuti, al sangue non arriverà più ossigeno, il cuore si fermerà insieme al cervello e la morte sopravverrà entro breve termine. In questa urgenza primaria (intervento entro e non oltre i 3-5 minuti), il soccorritore dovrà mettere in atto una manovra di respirazione artificiale che, se non si hanno a disposizione strumenti medici, diventa possibile unicamente con il metodo della respirazione bocca a bocca (leggi pag.).

EDEMA POLMONARE

Altra urgenza dell'apparato respiratorio, causata non tanto da una malattia polmonare quanto da un'insufficienza della funzione cardiaca, è l'edema polmonare. Questa situazione d'emergenza è determinata dal fatto che il cuore, che è la pompa del sangue, non riesce, perchè "indebolito", a spingerlo nel circolo sanguigno o non è in grado, per un difetto di una delle sue valvole, di evitare che una parte di esso torni indietro. In entrambi i casi, la circolazione andrà incontro a squilibri con insufficiente afflusso in alcuni distretti e ristagno in altri, nei quali si potrà arrivare ad un vero e proprio "ingolfamento". Quando il ristagno avviene nel piccolo circolo polmonare (e ciò accade nella grande maggioranza dei casi), il sangue, o meglio la sua parte liquida (plasma), aumenta progressivamente la sua pressione fino al punto di trasudare dai capillari sanguigni negli alveoli polmonari, che dovrebbero invece essere liberi per ricevere l'aria inspirata. La trasudazione liquida può arrivare a occupare tutto lo spazio alveolare disponibile. A questo punto la persona colpita da edema polmonare non è più in grado di respirare, di scambiare ossigeno e compaiono i segni di una grave insufficienza respiratoria acuta con respiro affannoso (fame d'aria), colorito cianotico delle estremità e delle mucose, congestione al volto. Questa situazione, se non si interviene con gli opportuni trattamenti medici e non viene somministrato ossigeno ad alte dosi con le apposite bombole, può provocare la morte per asfissia (sarebbe forse più giusto dire "per asfissia da annegamento"). Come primo intervento il soccorritore deve mettere e mantenere la persona seduta o semiseduta, con le gambe "a penzoloni", che non tocchino terra (sollevare con cuscini il piano del letto), per far sì che il sangue per forza di gravità, si raccolga nelle parti basse del corpo e non congestioni ancora di più i polmoni. Se ci sarà perdita di coscienza si adotterà sempre la posizione di sicurezza. Condizioni di edema polmonare acuto possono verificarsi, oltre che in malati di cuore, anche in persone sane sottoposte a grandi sforzi fisici in ambienti con minor concentrazione di ossigeno come in montagna (mal di montagna).
        
 
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