Uccelli Granivori e Insettivori
I piccoli uccelli bisognosi d'aiuto sono quelli in cui è più frequente imbattersi.Molto spesso si tratta di soggetti caduti dal nido e ancora incapaci di volare, altre volte invece hanno già compiuto l'involo, ma non essendo sufficientemente robusti e abili, trascorreranno a terra alcuni giorni, nascosti fra erbe e cespugli.
Questo periodo servirà loro per fare esercizio di irrobustimento delle ali prendendo via sempre più confidenza con i movimenti giusti per poter poi volare bene; questo è un comportamento tipico, ad esempio, dei piccoli merli.
I genitori continueranno ad occuparsi dei figli, nutrendoli a terra; i piccoli però non staranno sempre fermi in attesa dell'imbeccata; curiosi come tutti i cuccioli, dopo le prime esitazioni seguiranno saltellando gli adulti e sarà per loro di stimolo l'esempio di papà e mamma che cercano gli insetti frugando fra le foglie e l'erba.
Gli uccelletti fondamentalmente vengono distinti in due categorie: granivori e insettivori.
Questa distinzione si basa sulle caratteristiche del becco, che dovrebbe essere segno inequivocabile per capirne il tipo di alimentazione.
I granivori presentano un becco tozzo e decisamente robusto, come ad esempio il passero che tutti ben conoscono.
Gli insettivori invece hanno il becco sottile e appuntito, come per l'appunto il merlo.
La logica deduzione sarebbe che i cosiddetti granivori mangiano grani...semi, mentre gli insettivori mangiano insetti...
Una conclusione del genere però risponde al vero solo in parte.
Infatti i nidiacei fino all'inizio dello svezzamento hanno bisogno di cibo altamente proteico, quindi i loro genitori, insettivori o granivori che siano, provvedono a fornire loro un'alimentazione basata su cibi molto ricchi di proteine di alto valore biologico, quindi cibi di origine animale: insetti, bruchi, larve, vermi, ecc.
Solo così si potrà essere garantita l'assunzione di tutti i principi nutritivi indispensabili per una corretta crescita.
Quando i piccoli saranno cresciuti, i granivori si nutriranno in prevalenza di semi, ma anche di frutta, erbe, teneri germogli, ma continueranno a gradire moltissimo gli insetti, tanto che fra una bella camola e i semi daranno sicuramente la preferenza alla prima.
Gli insettivori invece, avendo un becco inadatto a rompere o sgusciare i semi, anche da adulti continueranno a nutrirsi di insetti, pur includendo nella loro dieta anche frutta o minuscoli semi, come potrebbero essere quelli di certe erbe o fiori.
Ci sono però alcune eccezioni: per esempio insettivori come la cinciallegra e altri Parvidi hanno il becco molto appuntito e sottile, ma decisamente corto e sono in grado di rompere le dure scorze dei semi di girasole, per estrarne il saporito e nutriente contenuto, che per loro rappresenta una vera leccornia.
Dunque ben si comprende come la distinzione pura e semplice fra granivori e insettivori non sia sufficiente per decidere quale cibo dare agli uccellini che ci troveremo a soccorrere o anche semplicemente per decidere cosa mettere nelle mangiatoie del giardino o sul davanzale della finestra.
re cosa mettere nelle mangiatoie del giardino o sul davanzale della finestra.
I piccioni
Questi uccelli granivori sono un caso a parte per quel che riguarda la nutrizione dei nidiacei.
Piccioni, tortore, colombe e simili infatti non utilizzano insetti come fonte proteica; i loro piccoli nei primi giorni di vita vengono nutriti esclusivamente con una secrezione biancastra molto proteica prodotta dall'epitelio del gozzo genitori, chiamata "latte di gozzo" o "latte di piccione"; in seguito essa viene addizionata con le granaglie parzialmente digerite, finché al termine dello svezzamento la produzione di latte di gozzo cessa del tutto.
UCCELLI: QUANDO SOCCORRERLI (estr. da animaliSOS)
Innanzi tutto teniamo ben presente che l’animale selvatico per sua natura cerca sempre di sfuggire il contatto con gli esseri umani; pertanto se si lascia catturare è sicuro indice che si trova in seria difficoltà.
La maggior parte degli animali selvatici che ogni anno vengono soccorsi è costituita da uccelli di ogni specie.
Durante la stagione primaverile, ma soprattutto nel corso dell'estate, che si abbia la fortuna di vivere in ambienti naturali o che si ami frequentarli nel fine settimana o nel periodo di ferie, è piuttosto frequente imbattersi in qualche pennuto in difficoltà.
Anche chi vive in città può tuttavia trovarsi di fronte ad un volatile bisognoso d’aiuto.
Per non essere colti totalmente alla sprovvista è quindi buona cosa aver le idee chiare in anticipo.
Spesso capita che si raccolgano da terra uccellini ancora troppo giovani per poter volare, talvolta tanto piccoli da essere ancora implumi e addirittura con gli occhi chiusi e quasi sempre in questo caso si tratta di piccoli caduti dal nido durante temporali o venti forti.
Lasciarli dove sono equivale per loro a morte sicura, perché mamma e papà uccello non sono in grado di riportare i loro piccoli nel nido e a terra le condizioni climatiche e i predatori avrebbero il sopravvento, quindi vanno raccolti e accuditi.
Altre volte sono già discretamente impiumati, ma non hanno ancora formate le penne timoniere della coda o le penne remiganti, quelle lunghe che crescono sulle punte delle ali.
Sovente si tratta di piccoli caduti accidentalmente dal nido mentre si agitavano freneticamente per ricevere l’imbeccata dai genitori.
Se nei dintorni non vi sono pericoli (solitamente predatori come gatti o corvidi) è meglio lasciare l’uccellino dov’è, allontanarsi almeno di 5 o 6 metri e osservare tranquilli, senza far rumore e senza agitarsi, per vedere se i genitori arrivano a nutrirli attirati dai richiami del piccolo affamato.
Se dopo un’oretta non si sarà ancora visto nessuno, sarà indice che l’uccellino è rimasto orfano, quindi è corretto prestargli soccorso.
Alcuni uccelli come i merli lasciano il nido quando non sono ancora in grado di volare, ma al massimo fanno qualche timido e impacciato svolazzo raso terra.
Le loro alucce non sono ancora sufficientemente forti per farli volare in alto con sicurezza e rapidità; dovranno trascorrere alcuni giorni durante i quali faranno esercizio di volo e man mano che la forza muscolare e la destrezza aumenteranno, riusciranno a reggersi bene sulle zampine e a darsi la spinta per aiutare le ali nel compito di farli sollevare da terra.
In questo periodo che durerà circa una settimana i genitori scenderanno ad alimentarli al suolo o sui rami bassi degli arbusti che i piccoli saranno riusciti a raggiungere.
Se in questi giorni saranno fortunati e non incontreranno condizioni meteo particolarmente avverse e soprattutto se sfuggiranno all’attenzione dei predatori, avranno ottime probabilità di diventare adulti.
Anche nel caso dei merlotti è sempre buona norma, se non ci sono pericoli immediati, allontanarsi e attendere l’arrivo dei genitori e solo quando sarà trascorsa almeno un’ora o anche più senza vedere nessuno si potrà propendere per l’uccellino davvero in difficoltà e quindi da aiutare.
Naturalmente qualsiasi uccellino trovato sulla strada andrà spostato di qualche metro lontano dal bordo della strada stessa, in modo da evitare che possa essere schiacciato dai veicoli in transito.Il suo forte richiamo farà capire ai genitori dove si trova.
Se nonostante l’attesa non li vediamo sopraggiungere, allora potremo raccogliere il piccolo e allevarlo per poi rimetterlo in libertà una volta divenuto autosufficiente.
Gli uccelli predati dai gatti vanno indubbiamente soccorsi, anche se adulti.
Stessa cosa per quelli che troviamo nelle strade cittadine; se li lasciamo dove sono di sicuro faranno una brutta fine, non solo per il pericolo di essere schiacciati da qualche auto o di essere predati da gatti, cani o ratti, ma anche perché potrebbero incontrare qualche umano pronto a far loro del male.
La cronaca è piena di casi del genere, dove esseri umani imbecilli, bambini, ragazzi o adulti che siano, si divertono a far del male a poveri animali indifesi, fino ad ucciderli.