Emergenza1 - Vegasoccorso

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Parte I  in questa pagina

  • Scala delle urgenze
  • Respirazione bocca a bocca (respirazione artificiale)
  • Manovra di sublussasione della mandibola
  • Variabili della respirazione bocca a bocca
  • Massaggio cardiaco e rianimazione cardio vascolare
  • Posizioni particolariIncidente stradale
  • Trasporto di un infortunato
  • Parametri vitali

URGENZE ED EMERGENZE

Con i termini urgenza ed emergenza si indicano situad'improvvisa alterazione delle condizioni di benessere e di normalità delle strutture e delle funzioni dell'organiche richiedono immediainterventi perchè esse siano superate o almeno, per far sì che i danni siano ridotti al minimo. Le urgenze sono in qualche misura prevedibili e per lo più contenute nei loro possibili effetti. Le emergeninvece, sono del tutto impreviste e spesso tali da mettere in pericolo la vita entro brevissimo tempo. Se in una situazione d'urgenza, un rapido intervento può ristabila condizione di salute momentaneamente perduta, l'imprevedibilità e la gravità di un'emergenza non concequasi mai un tempo sufa consentire l'interdi personale sanitario qualificato e attrezzato (medici, infermieri, ambulanelicottero, etc). Proprio in questo lasso di tempo, a volte non superiore a cinque minula vita degli infortunati può dipendere dalla presenza sul posto di un semplice e volonteroso cittadino che, pur non avendo particolari conoscenze mediche, sappia però portare un corretto "primo soccorso". A questo punto è importante ricordare che, accingendosi a soccorreuno o più infortunati, è necessario innanzitutto defiquale condizione nello stesso ferito (ad es. un poli-traumatizzato che abbia più tipi di ferite e che, nello stestempo, presenti difficoltà respiratorie o disturbi della circolazione del sangue) o quale fra più feriti (ad esemuno fratturato agli arti, uno colpito da emorragia arteriosa o venosa, uno in condizione di soffocamento) richieda l'intervento più temPer convenzione e per comodità di memorizzasi è creata pertanto la così detta scala delle urgenze.

SCALA DELLE URGENZE

1. Urgenze di primo grado ed emergenze. Mettono in perila coscienza, la respirazione, la circolazione del sanE' indispensabile interveentro 5 minuti dall'arrecardiaco o respiratorio.
Urgenze di secondo grado. Fratture, lussazioni, ferite senza gravi emorragie, urgendi primo grado in parziale risoluzione dopo il trattameniniziale. Qui i tempi d'intersono di 10/15 minuti.
Urgenze di terzo grado. Distorsioni, piccole ferite con scarsa emorragia nelle quali non è tanto importante la tempestività quanto la precie la capacità del soccordi dare consigli approall'infortunato sulle cure e sulle medicazioni da effettuare successivamente. Nei paragrafi che seguono, verranno descritti gli intere i comportamenti generali, nonché le più comumanovre che possono esseutili o indispensabili, ai fini del miglior risultato, in un intervento di primo soccorso. Successivamente verranno presi in esame i tre principali parametri vitali e verranno quindi analizzate le diverse e particolari situazioni, iniziancon tre distinti capitoli, cioè dalle urgenze che coini tre sistemi da cui dipendono i parametri vitali.

RESPIRAZIONE BOCCA A BOCCA (RESPIRAZIONE ARTIFICIALE)

Prima di tutto, il soccorritore dovrà liberare la bocca dell'infortunato da eventuali corpi estranei e da ostacoli alla respirazione (togliere con le mani protesi dentarie, residi cibo, vomito, denti rotti, etc). 
Poi gli estenderà all'indietro il capo affinchè l'accesso dell'aria alle vie aeree non sia ostacolato dalla chiusura
della glottide e dalla caduta all'indietro, come un tappo, della lingua (vedi fig. 2).

A questo punto, il soccorritore dopo aver posto sulla bocca dell'infortunato un fazzoletto o alcune garze sovrapposte o un panno leggero che però lascino passare l'aria, "prenderà fiato" con una lunga inspirazione e appoggerà la sua bocca su quella del paziente, tenendo contemporaneamente chiuso il naso e soffierà nelle vie respiratorie (attraverso la bocca) tutta l'aria che è riuscita a immagazzinare. Fatto questo, dovrà liberargli il naso e, riprendendo fiato, ripetere la manovra, controllando a ogni insufflazione che il torace della persona soccorsa si espanda e che il colorito cianotico della pelle e delle labbra tenda a scomparire

Questa procedura, se eseguita da sola, dovrà essere ripetuta almeno 12-15 volte al minuto fino alla ripresa della respirazione spontanea. Se si effettua contemporaneamente al massaggio cardiaco, sarà indispensabile sincronizzare la manovra di respirazione bocca a bocca con quella di compressione esterna sul cuore (massaggio cardiaco, vedi a pag. 17). In caso di sospetta lesione della colonna vertebrale, anzié iperestendere all'indietro il capo dell'infortunato, sarà invece indispensabile sublussare la mandibola come descritto al paragrafo seguente.

MANOVRA DI SUBLUSSAZIONE DELLA MANDIBOLA

Per ottenere lo slittamento della mandibola in avanti, bisognerà spostarla prima verso il basso, dislocandola leggermente dalla sua articolazione con le ossa craniche (articolazione "temporo-man-dibolare"). Per questo, facendo leva con le dita sugli angoli mascellari dalle due parti, oppure direttamente con i pollici in bocca e le altre dita sotto il mento, si eseguirà un movimento deciso prima verso il basso, poi in fuori e avanti.

VARIANTI DELLA RESPIRAZIONE BOCCA A BOCCA

Respirazione bocca a naso.
Quando si presenta la necessità di praticare la respirazione artificiale a una persona che abbia la parte inferiore del volto lesionata (ferite alla bocca, lussazioni o fratture gravi della mascella, etc) il soccorritore potrà insufflare l'aria direttamente nel naso del paziente, avendo cura di tappargli la bocca per evitare che l'aria insufflata fuoriesca da questa.
Respirazione bocca a bocca-naso nei bambini. Quando la manovra di respirazione bocca a bocca deve essere eseguita su di un bimbo, oppure su una persona con le dimensioni facciali molto ridotte, il soccorritore potrà "circondare" con la sua, non solo la bocca, ma anche il naso del paziente. Questo tipo di manovra è in un certo senso più semplice, perchè durante l'insufflazione non sarà necessario, come nel metodo normale, tenere chiuse le narici del paziente con le dita.

MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO E RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE

Il cuore è situato in mezzo al torace dietro lo sterno e con la punta spostata a sinistra. Esercitando sullo sterno una pressione tale da spostarlo di 4/5 cm verso il basso, il cuore verrà compresso fra lo sterno stesso e la colonna vertebrale. Questa compressione è sufficiente a spingere nel circolo il sangue contenuto nel cuore dove ristagna quando viene a mancare l'autonoma contrazione cardiaca. Il soccorritore, dopo aver adagiato il paziente su un piano rigido, in posizione supina, allineando capo, collo e torace, deve: 1) liberargli la bocca e il naso (apertura vie aeree);
2) iperestendergli la testa all'indietro mettendogli una mano sotto la nuca e sollevandone il collo (vedi fig. 2 a pag. 16) e se c'è sospetto di lesione alle vertebre cervicali, effettuare la sublussazione della mandibola, vedi pag. 17;
3) sostenergli con una mano il collo e con l'altra otturargli il naso, stringendolo tra due dita;
4) dopo aver posto sulla bocca dell'infortunato un fazzoletto o alcune garze sovrapposte o un panno leggero che però lascino passare l'aria, inspirare profondamente, aprirgli bene la bocca, circondare con le labbra "a ventosa" la bocca (o il naso, otturando in tal caso la bocca) dell'infortunato e soffiare con decisione fino a veder sollevare il torace del paziente; subito dopo alzarsi, liberargli il naso e riprendere fiato; 
5) ripetere questa sequenza per 3/4 volte per ossigenare il san-gue. Dopo questa serie di insufflazioni, ricontrollare se il polso manca ancora;
6) in questo caso, portarsi a fianco del paziente disteso su un piano rigido, inginocchiarsi, trovare al centro del torace lo sterno, delimitando la sua parte inferiore dove finisce il duro dell'osso;
7) appoggiare la parte basale del palmo della mano sulla parte inferiore dello sterno, due dita sopra il punto dove l'osso non è più palpabile e il palmo dell'altra mano sul dorso della prima;
8) in ginocchio, con le braccia tese e le spalle perpendicolari allo sterno, abbassarsi a comprimere, con il peso del proprio corpo, il torace del soggetto fino a far spostare lo sterno verso il basso di circa 4/5 centimetri, con "effetto pompa" sul cuore fermo sottostante;
9) allentare la compressione senza staccare le mani dal torace, continuare la sequenza delle compressioni abbinandole alla respirazione artificiale, come segue: a) se il soccorritore è solo, dopo le 3/4 insufflazioni d'aria iniziali, procedere con un ritmo di 15 compressioni toraciche e 2 insufflazioni bocca a bocca; b) se i soccorritori sono due che si alternano, procedere con un ritmo di 5 compressioni e 1 insufflazione
10) dopo un minuto o 3 cicli di respirazione e compressione, controllare se riprende il polso carotideo (vedi figura)
In caso contrariocontinuare la sequenza, ricontrollando ogni 10 minutise c'è ripresa del polso
Appena si dovesse nuovamente percepire il polso carotideo, interrompere immediatamente il massaggio cardiaco. Bisognerà invece proseguire con la respirazione bocca a bocca fino alla ripresa della respirazione spontanea. Se il paziente resta privo di conoscenza, pur respirando e avendo ripreso il battito cardiaco, lo si metterà in posizione laterale di sicurezza (vedi capitolo successivo) fino all'arrivo dei soccorsi medici.

Massaggio cardiaco nel bambino

Quando le manovre rianimatorie dovranno essere effettuate su bambini neonati, la respirazione artificiale sarà di tipo bocca a bocca-naso e il massaggio cardiaco sarà fatto spingendo ritmicamente e velocemente, con due dita (indice e medio uniti) sullo sterno, a ritmo di circa 150 volte al minuto, con il bimbo posato su piano rigido. Nei bambini più grandi, invece, si farà il massaggio cardiaco con la stessa frequenza dell'adulto, ma anziché comprimere lo sterno con due mani, si userà una mano sola, con la parte rigida del palmo e senza spingere con troppa forza.

POSIZIONI PARTICOLARI

Posizione laterale di sicurezza. Se l'infortunato è incosciente, è indispensabile che le sue vie respiratorie non vengano ostruite dalla caduta all'indietro della lingua, da eventuali rigurgiti, muco, corpi estranei, etc. La posizione di sicurezza ne favorisce l'eliminazione spontanea. Adagiare il paziente su un fianco, in posizione di semitorsione laterale. Se steso sul fianco destro, la gamba sinistra sarà posta leggermente flessa sopra la gamba destra con il ginocchio appoggiato al suolo. 

Anche il braccio sinistro sarà appoggiato per terra, piegato in avanti con la mano all'altezza del volto. La guancia destra potrà essere posata sul braccio destro. Se steso sul fianco sinistro, la figura dovrà assumere posizione opposta rispetto a quanto sopra descritto. La posizione laterale di sicurezza è la stessa che la madre fa assumere al neonato dopo la poppata, per evitare che il rigurgito di latte lo soffochi durante il sonno.

Attenzione: se si teme che l'infortunato possa avere lesioni alla colonna vertebrale, questa postura potrà essere attuata solo con tutte le cautele del caso. Evitare di muovere testa e collo dalla loro posizione iniziale disponendo le mani del soccorritore a "coppa" lateralmente alla nuca e sotto la mandibola, facendo in modo di mantenere l'assoluta immobilità della testa sull'asse del collo (posizione neutra), mentre un altro soccorritore ruota su un fianco il corpo dell'infortunato con le modalità già spiegate .

Posizione antishock

E' la posizione da adottare, non soltanto in tutti i casi d'improvviso e grave abbassamento della pressione arteriosa e di collasso cardiocircolatorio (shock) in persone ancora coscienti, ma anche nella repentina perdita di coscienza ed è utile, fra l'altro, per accertare se si tratta solo di un banale svenimento senza conseguenze (lipotimia) o di qualcosa di più grave (coma). In questi casi, infatti, la posizione antishock permetterà di formulare una prima approssimativa diagnosi sulla gravità effettiva della perdita di coscienza, poiché se si tratta di una banale lipotimia, basteranno al massimo due o tre minuti in questa posizione perchè lo stato di coscienza sia completamente ristabilito. La corretta posizione antishock si ottiene mettendo sdraiato il paziente per terra, con la testa piegata su un lato, gli indumenti stretti, cravatta, camicia, cintura, reggiseno slacciati e le gambe tenute sollevate con un'angolazione di circa 45 gradi, anche mettendo sotto di esse delle coperte ripiegate o qualsiasi altro oggetto atto a tenerle alzate (vedi fig. 9).

Tenere sotto controllo i parametri vitali (coscienza, polso, respiro) e coprire il paziente perchè lo stato di shock comporta un notevole abbassamento della temperatura corporea.

Posizione antishock e laterale di sicurezza. E' la naturale evoluzione della posizione precedentemente descritta e andrà adottata senza indugio quando, tenendo sotto costante controllo i parametri vitali (coscienza, polso, respiro) di un paziente in posizione antishock, si vedrà stabilizzare la perdita di coscienza. In tal caso si farà in modo di tenere la persona ancora con gli arti inferiori sollevati, ma sdraiandola su un lato come nella "posizione di sicurezza". L'operazione risulterà più facile se il paziente potrà essere adagiato su un piano inclinabile (un'asse abbastanza larga, una porta, etc).

Posizione da trauma cranico.
Deve essere adottata dopo un trauma cranico, quando l'infortunato non ha ancora perso completamente
conoscenza. Consiste nel mettere un cuscino, coperte o indumenti ripiegati sotto la testa per tenerla leggermente sollevata in modo da evitare un eccessivo afflusso di sangue al cervello che, in seguito al trauma, potrebbe aver subito una lesione con conseguente emorragia interna (ematoma intracranico). Se la persona traumatizzata è incosciente, oppure se perde sangue da un orecchio (otorra-gia), bisognerà adottare, sempre tenendo la testa leggermente sollevata, la "posizione laterale di sicurezza" con la stessa reclinata sul lato dell'otorragia, in modo da fare defluire più sangue possibile verso l'esterno (le emorragie dell'orecchio e del naso, in un traumatizzato cranico, non vanno mai tamponate!).

Posizione da ferita toracica.
In questa posizione devono essere tenuti tutti coloro che hanno subito una ferita e/o un trauma toracico, ma che conservano ancora lo stato di coscienza. Gli infortunati dovranno essere posti in "posizione semiseduta", con le gambe distese su un piano rigido e il torace tenuto sollevato con coperte ripiegate, cuscini o altro posti dietro la schiena o appoggiando la stessa ad un muro o ad altro sostegno (vedi fig.10).
Medicare in modo "compressivo" la ferita evitando, però, di estrarre o di approfondire eventuali corpi estranei (coltelli, frecce o altri oggetti vulneranti) ritenuti nella ferita dell'infortunato.
Se il paziente sarà in stato d'incoscienza, si dovrà adottare la posizione laterale di sicurezza, sdraiando il ferito con la parte del torace lesionata verso il basso (sul terreno) per lasciare respirare più liberamente il polmone del lato sano del torace.

Posizione da ferita addominale.
E' la postura da far assumere ai feriti all'addome ancora in stato cosciente. E' simile alla precedente ("semiseduta"),ma qui bisogna far tenere agli arti inferiori una posizione "sollevata ad arco", mettendo sotto le ginocchia cuscini, coperte o indumenti più volte ripiegati. Anche in questo caso occorrerà medicare le ferite, evitando di togliere corpi estranei o di fare rientrare anse intestinali eventualmente fuoriuscite. Si dovrà poi riconoscere subito l'eventuale perdita di coscienza per adottare, in tal caso, la "posizione laterale di sicurezza", eventualmente associata alla "posizione antishock".


        
 
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